
Istituti di credito
Conti correnti e depositi alla morte dell'intestatario
Una delle prime cose da fare in caso di morte di un congiunto è contattare tempestivamente l'istituto di credito di riferimento, al quale devono tra l’altro venire riconsegnati gli assegni non utilizzati dal deceduto, i bancomat e le carte di credito.
Ricevuta la denuncia di morte del correntista la banca consegnerà agli eredi un documento riepilogativo contenente gli importi dei conti correnti, dei titoli, fondi ecc. rivalutati alla data dell’apertura della successione. Tale documento servirà per la compilazione della dichiarazione di successione e andrà allegato a quest’ultima nel momento in cui verrà depositata per la registrazione all’Agenzia delle Entrate.
Le posizioni bancarie e postali intestate al defunto vengono immediatamente congelate, il che significa che anche le normali utenze (acqua, luce e gas per intenderci) non verranno più evase.
Tali utenze possono essere spostate su un altro conto corrente della stessa o di un’altra banca.
In caso di conto cointestato (ad esempio tra coniugi o genitori e figli), l’intestatario sopravvissuto ha diritto al prelievo della metà del saldo del conto, facendo riferimento al saldo del giorno del decesso.
In caso in cui invece si abbia solo la firma sul conto del congiunto defunto, va sottolineato che alcune banche spesso in virtù dei rapporti di lunga data con il defunto e i suoi familiari, acconsentono a volte alla movimentazione dei risparmi in favore degli eredi anche prima della presentazione della dichiarazione di successione, in particolare per piccole operazioni (come il pagamento delle spese funerarie o dell’imposta di successione). Questa prassi è spesso legata alla circostanza che gli eredi già possiedono la firma sui conti della persona deceduta. Tuttavia non si può generalizzare perché le politiche adottate in merito dai vari istituti sono molto differenti.
Anche se sembra orribile dover pensare ai soldi quando per un vostro caro si avvicina in modo palese l’ultimo momento, dovete tener presente che le spese da sopportare dopo il decesso sono molte e che i conti resteranno congelati sino alla fine della successione; nel caso di conti cointestati è decisamente consigliabile operare il prelievo, prima del decesso.
Ricordatevi che: la firma per la chiusura di un conto corrente costituisce "accettazione tacita di eredità", quindi preclude la possibilità di optare per la rinuncia.
Lo sblocco dei conti avviene solo attraverso la presentazione del documento di chiusura della successione, a seguito di ciò si può procedere alla divisione del saldo tra gli eredi.
Lo stesso accade per i conti titolo collegati al conto corrente principale.
Per i libretti di risparmio al portatore, il possessore ne può riscuotere sempre il saldo.
I conti personali del defunto vengono invece immediatamente e automaticamente bloccati.
Le procure sottoscritte cessano la propria efficacia al momento del decesso, ad eccezione delle procure esplicitamente finalizzate al post - mortem.
I vari istituti vi possono chiedere i seguenti documenti:
- Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante gli eredi;
- In caso di mutuo, gli eredi di un soggetto intestatario o contestatario hanno l'obbligo di effettuare l'accollo presso l'istituto che ha concesso il mutuo. L'accollo consente agi eredi, se in possesso dei requisiti soggettivi, di fruire in sede di dichiarazione dei redditi della detrazione d'imposta. Non esiste un termine perentorio, tuttavia per non perdere la detraibilità è bene effettuare l'accollo tempestivamente. Se all'atto della stipula del mutuo il mutuatario poi defunto avesse sottoscritto un'assicurazione ''premorienza mutuatari o temporanea in caso morte'', in caso di decesso salvo particolari eccezioni la quota residua di sua competenza di estingue;
- Stato di famiglia storico del defunto;
Va sottolineato che non è lecito operare sui conti del defunto senza prima mettere a conoscenza del decesso la banca, altrimenti ci si espone a possibili denunce da parte dell’istituto di credito stesso nonché degli altri eredi che potrebbero lamentare la sottrazione di beni ereditari.
Ribadiamo inoltre che gli eredi rientreranno in possesso dei risparmi depositati solo dopo aver consegnato all’istituto di credito una copia registrata presso l’Agenzia delle Entrate della dichiarazione di successione, ossia quel documento riportante tutti i beni di proprietà del defunto al momento della morte, coi i relativi valori.
